sabato 30 agosto 2014

HUM (COLMO), LA CITTA' PIU' PICCOLA DEL MONDO

Se un giorno volete farvi una gita alternativa, andate in Istria (Croazia) alla ricerca di Hum. La cittadina di Hum, o Colmo in italiano, è nota per il titolo di "città più piccola del mondo": la sua popolazione consta all'incirca di una trentina di abitanti. E' ancora circondata da mura ed ha come unico ingresso un portone di bronzo, con tanto di battenti. All'interno vi sono due vicoli, qualche casa, il Museo Civico, la chiesa romanica del XXI secolo di S. Gerolamo e la chiesa di S. Giacomo con la sua torre campanaria, in stile romanico. Da Colmo si snoda il Viale dei Glagoliti che, lungo circa 7 km, la collega a Rozzo, frazione del comune di Pinguente. Lungo la via ci sono 10 sculture che commemorano l'antica importanza di Rozzo come centro della letteratura in alfabeto glagolitico, ancora utilizzato in questa zona fino all'inizio del XX secolo.


domenica 24 agosto 2014

L' ORSONE DI JOE BASTIANICH, UN AMERICANO IN FRIULI

Siamo stati a pranzo all' Orsone, non al ristorante ma alla taverna. Il posto è veramente bello, sia esternamente, per il panorama immerso tra le viti, sia all' interno. Il personale è giovane e professionale, molto cortese, con piccole "ingenuità" da migliorare con l'esperienza ( in un ristorante di questo livello chiedere il conto di --- euro e 50 CENTESIMI.... non è molto elegante). Il menù della taverna è abbastanza ampio da accontentare tutti i palati: mia figlia ha gradito molto il piattone di spaghetti con meat balls, mentre l'altro bimbo che era con noi non è riuscito a mangiare neanche metà della sua "milanese" gigante con salsa di pomodoro e stracciatella. I famosi paninoni sono buoni ma ... molto americani, e per americani intendo molto "ricchi" di burro, salse, maionese, ecc. e il pane è anch'esso un pò pesante, stracondito, al limite della brioche. Io ho preso il mitico Lobster Roll e l'astice era favoloso, ma l'ho tolto dal pane e l'ho mangiato a parte. I vini al calice hanno un buon assortimento, e tendono ovviamente a promuovere le cantine Bastianich. Insomma, non so neanch'io quanto mi sia piaciuto, era in effetti tutto buono ma un pò troppo distante dalle nostre tradizioni. Credo che ci tornerò, anche per provare il ristorante, che mi sembra forse essere il vero test del locale. Rapporto qualità/prezzo assolutamente in linea con le aspettative. Un appunto finale : era una bellissima giornata di sole e sarebbe stato bello pranzare nei tavoli all'aperto ma ... fuori non si mangia, si può solo bere.



sabato 23 agosto 2014

I CAFFE' STORICI DI TRIESTE

La città di Trieste è stata, tra l’Ottocento e il Novecento, uno speciale luogo d’incontro per artisti e scrittori che erano soliti ritrovarsi da soli o in compagnia nei caffè storici della bella città. Infatti, il binomio caffè- Trieste è decisamente indissolubile. Per i triestini il caffè costituisce un immancabile rito, tanto da avere uno speciale vocabolario per definire le più comuni bevande da bar: il nero è l’espresso, il capo equivale al macchiato e se “in b” vuol dire che lo si preferisce in vetro. Le prime Botteghe da caffè vennero aperte a Trieste nella seconda metà del Settecento, probabilmente seguendo l’esempio di molti locali veneziani alla moda, ma assumendo immediatamente un’inconfondibile impronta viennese negli arredi e nei servizi offerti. Fu poi nel 1768, in via San Nicolò, che a Benedetto Capano venne concessa l’esclusiva della vendita di “acque fredde e calde, the, caffè, cioccolata, limonate, sorbetti ed acque sciroppate”. Da quel momento in poi, le botteghe di caffè si moltiplicarono assumendo caratterizzazioni molto differenti che rispecchiavano lo spirito cosmopolita della città; vi erano dunque Caffè spiccatamente politici, quelli per ufficiali e alti funzionari austriaci, quelli della borghesia, degli uomini d’affari e, sempre più numerosi, i Caffè letterari, frequentati da James Joyce, Umberto Saba e Italo Svevo.
Passeggiando al giorno d’oggi per le strade del centro storico di Trieste, si possono trovare ai tavolini dei Caffè ragazzi che studiano, signore che sorseggiano i loro caffè, universitari che ricopiano gli appunti delle lezioni, e ovviamente i turisti, che si lasciano immediatamente ammaliare dai ritmi lenti e rilassati.
Quindi, chi è in viaggio a Trieste può seguire un itinerario attraverso i suoi Caffè letterari. 


CAFFE' TOMMASEO

Il Caffè Tommaseo  è indubbiamente uno fra i più antichi Caffè di Trieste. E' difficile definire una data esatta delle origini del locale che, fu riaperto, dopo alcuni lavori di ripristino, nel 1830 da un padovano, Tomaso Marcato, che gli diede il proprio nome, Caffè Tomaso. Il Caffè prendeva il posto di una caffetteria sita in quella piazza dei Negozianti che ora si chiama Tommaseo. Anche il Caffè venne ribattezzato, nel 1848, con il nome dello scrittore e patriota dalmata, che ancor oggi viene ricorato da una serie di cimeli: un ritratto e le edizioni delle sue opere custoditi in una bacheca posta al centro del locale. Marcato, grande appassionato d'arte, si preoccupò di abbellire il locale affidando l'incarico delle decorazioni al pittore Giuseppe Gatteri e facendo venire, direttamente del Belgio, una serie di specchiere, con le quali tappezzò tutte le pareti. Il Macato volle inoltre esporre un proprio ritratto opera di un noto ritrattista dell'epoca, Grigoletti. Il Caffè, ritrovo sia di artisti che di letterati che di uomini d'affari ospitava spesso mostre e concerti; va ricordata una personale dedicata a Giuseppe Bernardino Bison e i concerti che venivano proposti il giovedì dall'orchestra del Teatro comunale e il sabato dalla banda. Fra le specialità offerte dal Caffè Tomaso  c'era il gelato, introdotto in città proprio dal Marcato che, sensilbile alle innovazioni, volle anche dotare il caffè di illuminazione a gas: correva il 1844 ed era il momento in cui in città si facevano i primi esperimenti pubblici.






CAFFE' SAN MARCO

Il 3 gennaio 1914, al pianterreno di un edificio di proprietà delle Assicurazioni Generali edificato nel 1912, venne inaugurato il Caffè San Marco, allora di proprietà di Marco Lovrinovich, originario di Parenzo. Subito il locale divenne ritrovo di giovani studenti e intellettuali. Il proprietario del caffè incarica della direzione dei lavori un irredentista come lui: Napoleone Cozzi, un personaggio eclettico, pittore e decoratore, alpinista e schermidore, che dà al San Marco un aspetto decisamente italiano. Gli stucchi delle volte – oggi color bronzo – nel 1914 sono invece sfacciatamente tricolori: sulle pareti bianche campeggiano i chicchi di caffè rossi, con le loro brave foglie verdi.
Il caffè apre i battenti nei primi mesi del 1914 diventando immediatamente, e non potrebbe essere altrimenti, il punto di ritrovo della gioventù irredentista di Trieste. Tra gli avventori si contano anche i giovani ebrei che frequentano la vicinissima sinagoga (costruita nel 1910, contende a quella di Budapest il primato del tempio ebraico più grande d’Europa). Il San Marco, tra i pochi sopravvissuti e l’unico rimasto intatto negli arredi e nelle decorazioni dai tempi degli Asburgo, compie ora cent’anni. 





CAFFE' TORINESE

Inaugurato nel 1915, il più piccolo dei caffè storici di Trieste è tutto avvolto nel legno. Il richiamo a una nave di lusso della Belle Epoque è inevitabile, tanto più che a progettarlo è stato l’ebanista triestino Debelli, autore degli interni dei gloriosi transatlantici Vulcano e Saturnia. Partiti, dunque, per un viaggio nel tempo in surplace al bancone a L ghirlandato di ottone e col ripiano di marmo. Una preziosa collezione di cavatappi d’ogni epoca ben ordinata in pannelli contorna le vetrinette specchiate contenenti vini pregiati.






 CAFFE' PASTICCERIA PIRONA


Fondata nel 1900 dall'estro di Alberto Pirona, dispensando confetture, dolci fini, frutta in conserva, galanterie di zucchero, paste e biscottini, nonché liquori e vini scelti. Quest’ultimi apprezzatissimi da James Joyce durante la sofferta creazione di “A Portrait of the Artist as a Young Man”. Frequentata da letterati e artisti, come il compositore Antonio Smareglia che abitava accanto, è divenuta una frequentatissima istituzione, che tiene alta la grande tradizione pasticcera di presnitz, pinza, putizza, mandorlato, fave triestine, marzapane. Vetrine, arredi e scritte con la linearità liberty dei primi del Novecento.




CAFFE' DEGLI SPECCHI

Sui resti delle fortificazioni - ancora oggi visibili nelle cantine - di Castello Amarina, costruito dai Veneziani nel 1370, venne edificato nel 1837 Palazzo Stratti, che da allora ospita il Caffè degli Specchi. Benché inaugurato nel 1839, i lavori vennero completati solo nel 1846 a causa di difficoltà finanziarie. Caffè storico, ubicato nella bellissima Piazza Unità, è un luogo intoccabile che custodisce il fascino di tempi ormai lontani. Dispone di un ampio spazio con tavolini esterni, posti ai piedi del municipio, dai quali si può vedere e respirare il mare. 

                            



 


PASTICCERIA CAFFE' LA BOMBONIERA

 La pasticceria è stata fondata nel 1850 dalla famiglia ebrea di origine ungherese Eppingher.  Oltrepassatele porte in vetro smerigliato dai disegni liberty, tipiche e frequenti nelle case "bene" triestine, ci si trova in un ambiente dove il tempo sembra essersi fermato. Dietro le vetrine, colme di pastine piccole come si usavano un tempo, le commesse si alternano sorridenti e sommesse, sotto lo sguardo dolce e riservato della signora La Porta. Al piccolo banco si susseguono le torte Pischinger, Sacher, Linzer, Dobos, che non stanno in mostra ma sono confezionate immediatamente prima della consegna  le porte in vetro smerigliato dai disegni liberty, tipiche e frequenti nelle case "bene" triestine, ci si trova in un ambiente dove il tempo sembra essersi fermato. Dietro le vetrine, colme di pastine piccole come si usavano un tempo, le commesse si alternano sorridenti e sommesse, sotto lo sguardo dolce e riservato della signora La Porta. Al piccolo banco si susseguono le torte Pischinger, Sacher, Linzer, Dobos, che non stanno in mostra ma sono confezionate immediatamente prima della consegna .




CAFFE' STELLA POLARE

Il Caffè Stella Polare, aperto nel 1865, si trova in Piazza Sant’Antonio, vicino al Canal Grande, accanto alla chiesa serbo-ortodossa di San Spiridione.
All’inizio del 1904 il vecchio stabile sul Canale venne abbattuto per far posto all’attuale palazzo, allora il Caffè Stella Polare fu sistemato, in via provvisoria, in un padiglione di legno e gesso, sistemato di fronte alla Chiesa di Sant’Antonio Nuovo.
Nato come tipico locale austro-ungarico, con le classiche decorazioni di stucchi e specchi in parte ancora presenti, presentava un bancone in legno di ciliegio ed era dotato di sale da biliardo, sale per le riunioni e per la lettura. Il locale è stato per anni rifugio di negozianti e intellettuali sia triestini che stranieri; con la fine della seconda guerra mondiale e l’arrivo degli anglo-americani in città, questo Caffè divenne una famosa sala da ballo: da qui mote ragazze triestine presero il mare per gli Stati Uniti, spose di giovani soldati americani.



PINO ROVEREDO, MANDAMI A DIRE bis

“Ancora una cosa volevo chiederti: come mai le lettere che ti scrivo finiscono tutte per tornarmi indietro? Non sarà mica che hai cambiato casa o città? Se sì, mandami a dire, così non mi scrivo più da solo. E continuo a cercarti anche col telefono, però da anni non risponde nessuno, ma non mi arrendo, tu sai che ho la testa dura dell’amore, così da un mese ogni giorno faccio un numero diverso e, siccome la coincidenza esiste, prima o poi ti troverò.”



venerdì 22 agosto 2014

LA VERA RICETTA DEI CANEDERLI UNGHERESI , i Knòdel o Knödel

Ho deciso di condividere con voi la ricetta originale dei canederli, quella che le donne della mia famiglia si tramandano da generazioni, fin dall'epoca dell' Impero Austro-Ungarico. Finora gelosamente conservata...

INGREDIENTI

750 g pan carrè fresco
100 g lardo affumicato
150 g pancetta affumicata
70 g speck
500 ml latte
1 cipolla piccola
2 cucchiai di olio
1 uovo
sale q.b.

Mettere in una padella a soffriggere l'olio con la cipolla tagliata a dadini, il lardo e la pancetta affumicata tagliati a dadini e lasciare finchè il lardo non si scioglie. In una ciotola sbattere l'uovo con un pò meno di mezzo litro di latte. Tagliare il pane a dadini (senza la crosta ), metterlo in una pentola e versarci sopra il soffritto, poi il latte e l'uovo ed amalgamare bene con le mani fino alla giusta consistenza, eventualmente aggiungendo un pò di latte. Formare gli gnocchi e cuocerli in abbondante acqua salata finchè non galleggiano.


Le piace BRAHMS ? SINFONIA No. 4

La mia preferita.


giovedì 21 agosto 2014

L'ANTICA LIBRERIA ANTIQUARIA DI UMBERTO SABA

Finalmente riapre, dopo esser stata chiusa per un lungo periodo dedicato alla pulitura e archiviazione dei volumi ! 
Mi piacerebbe, adesso che sono vecchio, dipingere con tranquilla innocenza il mondo meraviglioso. E, fra le altre cose, la mia oscura bottega di Via San Nicolò 30 a Trieste; quella che, quando l’amava e passava volentieri fra le sue pareti le sue ore d’ozio, il mio amico Nello Stock chiamava, non senza qualche buona ragione,«la bottega dei miracoli».
Passando una mattina del 1919 per Via San Nicolò, vidi, o notai per la prima volta, quell’antro oscuro. Pensai: «Se il mio destino fosse di passare là dentro la mia vita, quale tristezza». Era – senza che io ancora lo sapessi – un monito o un presagio.
Pochi giorni dopo infatti l’acquistai dal suo vecchio proprietario, Giuseppe Maylàender. L’acquistai con l’intenzione di buttare nell’Adriatico tutti quei vecchi libri che conteneva, e rivenderla vuota a un prezzo maggiore. Ma dopo pochi giorni, non ebbi più il coraggio di attuare il primo progetto; quei vecchi libri – nessuno dei quali m’interessava per il contenuto – mi avevano incantato. Cercavo anche una sistemazione per la mia vita.
Storia di una libreria (1948).                                  

L’attività della«Libreria Antica e Moderna» ebbe inizio il 1 ottobre 1919 e consentì a Saba di raggiungere una modesta ma decorosa indipendenza economica che gli permise di dedicarsi alla poesia. La bottega di via San Nicolò rappresentò inoltre un particolare osservatorio per il poeta, perché numerosi erano i clienti che frequentavano la libreria, che divenne nel corso degli anni luogo di ritrovo per scrittori e artisti. Tra gli altri, Italo Svevo, a cui piaceva passare quasi tutte le sere e raccontare, una volta ottenuto un tardivo successo per i suoi romanzi, i ricordi delle sue imprese commerciali. Saba diede a Trieste un’attività libraria antiquaria di fama nazionale con l’essenziale contributo di Carlo Cerne, il celebre Carletto, verso cui il poeta nutrì fino alla fine affetto e riconoscenza.




MOUSSE DI RICOTTA CON COMPOSTA DI SAMBUCO E GRANULATO DI AMARETTI

Ecco una ricettina che ho rubato in montagna, facile e veloce da preparare, ottima da gustare alla fine di un pranzo estivo !

INGREDIENTI :

250 g di ricotta freschissima
100 g di zucchero a velo
3 cucchiai di panna montata (facoltativo)
composta o marmellata di sambuco q.b.
amaretti q.b.

PREPARAZIONE :

Mettete in una ciotola la ricotta e lavoratela assieme allo zucchero anche con uno sbattitore finchè non sia perfettamente amalgamata e liscia, se non avete un miscelatore va bene anche la forchetta, poi aggiungete la panna e amalgamate alla perfezione anche quest'ultima. A questo punto dividetela in coppette e ricopritela con uno strato di composta di sambuco e gli amaretti spezzettati e tenetela in frigorifero fino al momento di servire in tavola. L'alternativa è disporre sul fondo del vasetto gli amaretti e la composta e ricoprire con la mousse di ricotta. Buon appetito !