martedì 17 febbraio 2015

LA ROSE C'EST LA ROSE ...

La rosa è decisamente, da sempre, il mio profumo. Non dovrebbe esser difficile trovarne una  declinazione gradita, visto che è una delle note più comunemente utilizzate in profumeria. Invece la ricerca della rosa ideale si è rivelata un lungo viaggio, fino alla scoperta, alcuni anni fa, dei profumi cosiddetti di nicchia, dove al posto delle essenze sintetiche vengono utilizzate le vere essenze estratte dai fiori. Il primo amore, e il più duraturo, visto che ancora oggi è sempre presente nel mio armadietto, fu L'Ombre dans l'eau, di Diptyque. Una rosa bulgara mescolata alle foglie di un cespuglio di ribes nero, che cresce all'ombra di un giardino inglese in riva a un fiume. Un profumo che evoca l'acqua che scorre, l'erba verdeggiante e il fiore della rosa mescolato al profumo delle foglie di ribes. Qualche anno dopo alla "mia famiglia" si aggiunse Portrait of a lady, di Frederic Malle. Questo profumo racchiude la maggior quantità di essenza di rosa turca che sia mai stata utilizzata, una rosa barocca, speziata, mescolata a bacche rosse, cannella, sandalo, patchouli e benzoino. Un profumo epico oserei dire, da utilizzare come un vestito di haute couture, per le occasioni speciali. Per tutti i giorni nell'ultimo anno ho usato invece Rosamunda, di Laboratorio Olfattivo.  Qui il potere seduttivo della rosa bulgara e la rosa turca insieme è portato al parossismo e corrotto con l'essenza di patchiouli. A stamattina risale il mio ultimo coup de foudre, con Rose Anonyme di Atelier Cologne. Qui l'essenza di rosa turca si sposa sorprendentemente con una punta frizzante di zenzero per poi rivelare un cuore vellutato di oud e incenso della Somalia. Sarà il mio prossimo acquisto. Se anche voi come me amate la rosa, non esitate !


mercoledì 11 febbraio 2015

IL SIGNORE DEGLI SCARPETS

Ci sono delle tradizioni che bisognerebbe salvare a tutti i costi, una di queste è quella degli scarpets friulani, talvolta chiamate semplicemente le furlane. Non sono nè scarpe nè pantofole ma sono originariamente antiche calzature carniche, tipiche del Nord-Est dell'Italia. Queste calzature sono unisex e possono essere portate in casa come fuori. Gli scarpets sono cuciti completamente a mano: la tomaia originariamente era in velluto, ma oggi se ne trovano di seta, di jeans, di broccato, di tutte le stoffe possibili. L'interno della tomaia dev'esser rivestito con uno strato di juta e la suola dev'esser fatta assolutamente con copertone di bicicletta usato ! Oggi a produrli sono rimasti pochissimi artigiani in Friuli. Molti anni fa la titolare di un negozio di scarpe milanese ha avuto l'intuizione brillante di registrare il marchio con il nome di "Scarpèts à porter", esponendoli poi nella vetrina del suo negozio. Hanno avuto un successo strepitoso e oggi si vendono a prezzi esorbitanti nei migliori negozi d'Italia. A Udine c'è anche la bella realtà  locale di Cencetak, che invece produce scarpets realizzati su misura anche con tessuti forniti dal cliente e possono essere impreziositi anche da strass o cristalli. La fascia di prezzo in questo caso è intermedia. Se invece, come me, siete assolutamente pazze per gli scarpets e li volete di tutti i colori, li trovate a un prezzo sicuramente economico a Udine dall'ultimo "Signore degli Scarpets", il signor Burba, che ha un banco di mercato tra via Zanon e la Roggia. E' una delle ultime bancarelle sopravvissute all'attaco dei cinesi. Malgrado l'età non più giovane il signor Burba, un vero galantuomo d'altri tempi, resiste e va avanti nel suo lavoro che ama moltissimo. Io ci passo regolarmente e quando vedo un colore o una stoffa nuova non riesco a resistere !

All'esterno CENCETAK, le due calzate ai piedi sono del SIG. BURBA


CENCETAK

CENCETAK


                              Il signor Burba davanti alla sua bancarella di Udine